Liberazione

Altrove sarebbe una non notizia. I pochi giornali stranieri che ne hanno parlato, hanno con stupore definito come non notizia il fatto che un capo di governo partecipi alla festa di liberazione del proprio Paese. E’ da sempre scontato in Francia che il presidente guidi le manifestazioni del 14 Luglio, festa per la presa della Bastiglia che sigillò la Rivoluzione Francese, la vittoria del popolo, la sconfitta dell’aristocrazia. Il fatto che per la prima volta Berlusconi intende partecipare ad un’iniziativa per la festa della Liberazione è una notizia? A mio giudizio è stato un modo per permettere al Capo di stare ancora nelle prime pagine dei giornali. Dopo il presidente imprenditore, il presidente operaio, il presidente direttore sportivo, il presidente capo cantiere, avremo il presidente partigiano? Dall’Uomo di Arcore ci si può aspettare di tutto. La Sua creatività  è infinita quanto la pochezza dell’opposizione. (altro…)

Conseguenze

Il mondo della politica è stato sotto stress per la questione dell’election day. Il problema sul tavolo era se votare il 7 giugno alle elezioni europee oltre che per le amministrative, anche per il referendum voluto dall’eroico Mario Segni e da eminenti tifosi del sistema politico bipartitico, all’americana. Furbescamente i promotori del referendum hanno strumentalizzato la giusta ripulsa popolare per la legge elettorale vigente che, come è noto, ha estorto ai cittadini la possibilità  di contribuire alla scelta dei propri rappresentanti. Una schifezza antidemocratica i cui frutti sono un Parlamento composto da clientes dei potenti dei partiti di cartapesta che segnano l’attuale fase della storia della Repubblica. Una legge che molti costituzionalisti ritengono in conflitto con i vincoli della rappresentanza scritti nella Costituzione vigente ma che per ignavia di molti è stata promulgata. E’la legge che ha consentito il trionfo di Berlusconi. Votare lo stesso giorno significa il risparmio di circa 400 milioni di Euro che di questi tempi non sono proprio noccioline. Alla faccia di ogni criterio di buona amministrazione, il governo ha deciso che per il referendum si voterà  il 21 giugno. La Lega ha confermato il suo potere di veto e il Presidente Fini ha preso una bella sberla. Che cosa dicono i quesiti del referendum? Quali le conseguenze se vincesse il sì? Il quesito fondamentale comporta l’assegnazione del premio di maggioranza al partito che prende un voto in più degli altri. Cioè teoricamente un partito che prende il 25% dei voti (o anche meno) potrà  contare sul 53,9% dei seggi della Camera e il 55% degli scranni del Senato. Potranno gli elettori scegliere i propri rappresentanti? No. Le liste rimangono bloccate e quindi permane il meccanismo della nomina e non della scelta degli elettori. I deputati e senatori non rappresentanti del popolo ma del Capo maximo. Una vera ignominia che consentirebbe ad una minoranza di governare il Paese e volendo, modificare la Carta Costituzionale a suo piacimento. Un capolavoro di democrazia pensato da quegli geni promotori del referendum che peggiorerebbe ulteriormente la già  ignobile Legge vigente. Sono gli stessi che, periodicamente, si inventano un referendum sulle leggi elettorali che, quando approvati, hanno prodotto quei mutamenti del sistema politico su cui è cresciuto il berlusconismo. In nome dell’ideologia del leaderismo si è svuotata alla radice la qualità  della democrazia italiana. Un’avventura che ha trovato nel centrosinistra una sponda forte.

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Mr.OBAMAAAA

Un grido si levò nel salone d’onore di Buckingham Palace: “Mister Obama, Mister Obama”.
La padrona di casa, la regina Elisabetta, sbigottita, si guarda attorno e chiede a microfoni accesi chi fosse il “tifoso”.
Scuotimento del capo reale, sospiro di sopportazione alla scoperta che l’individuo era il solito italiano caciarone principe dei gaffeur del mondo. Il video della comica è stato trasmesso in ogni spazio possibile della rete e il fatto ripreso da tutti i mass media. Italiani spaghetti e mandolino, non ci salva nemmeno la Ferrari.
I commenti non sono stati di grande apprezzamento per il presidente dell’A.C.Milan, ma così Berlusconi è riuscito ad andare ancora una volta in prima pagina.
Il sogno della foto assieme ad Obama si è realizzato grazie alla raffinata eleganza del nostro Capo. State certi che alla prossima occasione Berlusconi dichiarerà  un’intensa amicizia con il presidente americano. Dimenticato l’amico di una vita G.W.Bush.
Noi italiani siamo fatti così, come diceva Flaiano, corriamo sempre in soccorso del vincitore. E l’uomo di Arcore è il rappresentante massimo di un certo tipo di italico.
Al di là  del rilevante ruolo della rappresentanza italiana, è servito a qualcosa il vertice di Londra dei 20 Paesi più importanti del mondo? I giudizi sono contradditori, ma a parte il finanziamento del Fondo Monetario Internazionale, le decisioni non sembrano tali da rassicurare. La crisi sarà  globale ma senza politiche di contrasto prese dai singoli Stati è certo che non sarà  possibile contrastare il disastro provocato dall’avidità  dei ricchi del mondo.
Si vanno diffondendo in Europa forme di protesta differenziate per metodi e organizzatori. A rivolte spontanee si susseguono scioperi e proteste organizzate dai sindacati. Si assaltano i simboli della finanza, si sequestrano manager ritenuti gli organizzatori della rapina che ha determinato il collasso dell’economia di carta inventata dai liberisti, gestita da top manager avidi e immorali. I livelli di disoccupazione hanno raggiunto limiti terribili specialmente per le generazioni di lavoratori più giovani e per adesso, i governi hanno preferito rifinanziare banche e imprese e irrisori sono stati gli investimenti a salvaguardia delle condizioni di vita delle masse popolari. Molti leader hanno forti preoccupazioni per la tenuta sociale del continente europeo.
Un ruolo decisivo per impedire il collasso sociale è quello delle organizzazioni sindacali. Per questo capisco poco il perchè, a differenza del resto dell’Europa, sia soltanto la CGIL a tentare di mettere insieme le forze di contrasto alle politiche governative. (altro…)

Ironia della storia

Il timore è che la Libertà  nel nome del nuovo partito, altro non sia che quella di Berlusconi di fare tutto quello che vuole. The Economist, 26 marzo. Esagera il settimanale del liberalismo internazionale nel giudicare il PDL, il partito che nasce oggi a Roma nell’entusiasmo dei berluscones? Per Berlusconi un fantasma si aggira per l’Italia. Il fantasma del comunismo a cui contrapporre una nuova rivoluzione liberale. Slogan si dirà . Ma non bisogna avere pregiudizi. Bisogna guardare ai fatti e alle scelte che il leader della destra e il governo da Lui comandato compiono quotidianamente e valutarli alla luce dei principi liberali.
Sembra un bollettino di guerra. Ieri il Senato ha approvato a maggioranza la legge sul così detto testamento biologico. In un sol colpo, viene smantellato il dettato dell’articolo 32 della Costituzione. Quello che garantisce la libertà  di ognuno di accettare o no le cure mediche. Il testo è il seguente: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Questi limiti sono stati azzerati dal voto del Senato. Colpo micidiale alla libertà  di ciascuno che è stato salutato con grida di euforica gioia della Conferenza Episcopale Italiana. A differenza di altri Paesi in cui la componente cattolica ha un peso significativo, Spagna e Germania tanto per ricordare, l’ideologia di una parte viene imposta per legge a tutti. Ciò avviene in evidente conflitto con la nostra Costituzione ma anche con ogni normativa in vigore in tutti i Paesi democratici.
Il capolavoro fortissimamente voluto dall’ex radicale senatore Quagliarello, si conclude con una norma in cui si stabilisce che tu puoi anche andare da un notaio e fare il testamento biologico (che vale tre anni) ma poi l’ultima parola spetta al medico. Una presa in giro e uno stimolo ad un certo tipo di “turismo” per coloro che, in drammatiche circostanze, potranno permetterselo. Alla faccia di ogni principio liberale.
In avanzato stato di elaborazione la normativa di contenimento del diritto di sciopero. Il craxiano Ministro Sacconi è impegnatissimo a rendere l’Italia uguale agli altri Paesi. Non uguali agli altri per ciò che riguarda il welfare sociale e l’assistenza alle masse di giovani precari e ai disoccupati in aumento. No, uguali nei vincoli per le libertà  sindacali aggiustandoli alla realtà  italiana. Rompere l’unità  sindacale, isolare la CGIL per limitare la libertà  della classe dei lavoratori, il sogno del Ministro. (altro…)